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Una rabbia semplice-Davide Longo

La Vita Paga Il Sabato-Davide Longo- Recensione 2022

La Vita Paga Il Sabato-Davide Longo-Recensione.Davide Longo è uno scrittore italiano nato a Carmagnola, che vive a Torino dove insegna scrittura presso la Scuola Holden.  Tra i suoi romanzi ricordiamo, Un mattino a Irgalem (2001), Il mangiatore di pietre (2004), L’uomo verticale (2010), Maestro Utrecht (2016), Ballata di un amore italiano (2011).

Nel 2014 ha scritto il primo romanzo della serie che ha come protagonisti Arcadipane-Bramard

Una rabbia semplice-Davide Longo
4.5/5

TITOLO: La Vita Paga Il Sabato

AUTORE: Davide Longo

GENERE: Giallo

TRADUZIONE:

EDITORE: Einaudi

DATA DI PUBBLICAZIONE: 21 Giugno 2022

PAGINE: 528

RECENSIONE: Ferdinando Gallo

 

Ferdinando Gallo.it

La Vita Paga Il Sabato-Davide Longo-Recensione.

Introduzione

Un produttore cinematografico, fratello di un potente ex ministro democristiano, viene trovato morto dentro la sua Jaguar, abbandonata in una sperduta valle alpina. Sua moglie, un’ex attrice che ha fatto innamorare un’intera generazione, è scomparsa.

Incaricato delle indagini, il commissario Arcadipane deve lasciare la sua Torino e trasferirsi temporaneamente a Clot, un grumo di case sorvegliate da una diga che serra la valle come un cappio. Ad attenderlo, gente diffidente e spigolosa e un rebus da far scoppiare la testa.

Troppo complicato per non chiamare in aiuto il vecchio amico e mentore Corso Bramard e l’indisciplinata quanto indispensabile agente Isa Mancini, entrambi alle prese con un momento difficile della propria vita.

 Per arrivare alla verità sarà necessario scavare tra antichi segreti e nuovi egoismi, districando una trama tessuta a piú mani.

Personaggi Principali

  • Arcadipane           Commissario
  • Pedrelli  Vice Arcadipane
  • Corso Bramard   Ex Capo e Mentore  Commissario
  • Terenzio Fuci        Morto
  • Vera Ladich      Moglie Fuci
  • Isa Mancini      Agente

Trama

Il Commissario Vincenzo Arcadipane viene svegliato alle cinque e ventisei dal suo vice Pedrelli. C’è stato un omicidio fuori dalla provincia di Torino, e il Dirigente Generale vuole che se ne occupi Lui. Deve andare a Clot nel Cuneese, perchè oltre all’omicidio, c’è che la moglie del defunto è scomparsa.

Il morto si chiama Terenzio Fuci,ottantasette anni, residente  a Roma, titolare della casa di produzione cinematografica Veronica Film, fratello di Amilcare Fuci politico della Democrazia Cristiana, ministro tra 1963 e 1974. Viene trovato morto nella sua macchina,una Jaguar targata Roma. Con lui dovrebbe esserci anche la moglie, che è scomparsa.

La moglie Vera Ladich, un’attrice che ha fatto innamorare una generazione e che veniva soprannominata “Mademoiselle le look” è scomparsa. Il mistero è che che non ci sono tracce o impronte nelle vicinanze della macchina, come se l’assassino si fosse volatilizzato.

Il Commissario scopre che la Ladich in realtà si chiama Anna Mattalia, ed è nata proprio in quel paese, ed ha conosciuto il marito durante la costruzione della Diga, quando lei ha 16 anni, vanno via insieme a Roma, lei diventa attrice e cambia nome.

Inizia così questa nuova indagine del Commissario che da 50 anni vive a Torino, che si avvale dell’aiuto del suo ex capo e mentore Corso Bramard. I suoi capi gli chiedono massimo riserbo, c’è di mezzo la politica. Deve trasferirsi lontano dalla sua Torino ed andare anche a Roma, per scoprire la verità.

La Vita Paga Il Sabato-Davide Longo-Recensione.

Conclusione

Nuova indagine del Commissario Arcadipane, mangiatore di “sucai”  caramelle gommose  e Torinese di adozione. Sposato e separato da Mariangela. Questo è il quarto libro dell’autore che ha come protagonista il Commissario.

Una storia  che è piena di segreti, di cose non dette e che come il titolo dice tra le righe, la vita alla fine ti presenta il conto.

Un bel libro, mi è piaciuto molto, che consiglio, cercherò di leggere anche gli altri della serie. Scorrevole, ben scritto, una bella trama si legge volentieri. L’autore dà prova delle sue qualità di scrittore, e nelle ultime pagine del libro, c’è una nota dello scrittore Alessandro Baricco “«La cosa che mi secca, delle storie di Bramard e Arcadipane, è che non le ho scritte io. Forse non sono mai stato abbastanza felice per farlo. O disperato, non so».

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